Congresso Nazionale «L’anca nello sportivo adulto a tutto campo»

Congresso Nazionale «L’anca nello sportivo adulto a tutto campo»

Lo sport tra benefici alla salute e i rischi di danni alle articolazioni

Pubblicato il 27/04/2017 La stampa
GIUSEPPINA FIORI
ALBA

Sono sempre più numerosi gli adulti che praticano sport e attività fisica. Un fenomeno indubbiamente positivo, ma anche correlato all’aumento dell’incidenza dell’osteoartrosi dell’anca nei soggetti attivi. Ed è proprio per approfondire la conoscenza delle patologie da sovraccarico dell’anca dovuto all’attività sportiva ed all’attività fisica abituale, che si terrà venerdì e sabato, ad Alba, un congresso nazionale con la partecipazione di oltre venti specialisti provenienti da varie regioni. Il congresso dal titolo «L’anca nello sportivo adulto a tutto campo» (Centro riabilitativo Ferrero) si svolgerà con il patrocinio dell’Asl CN2, della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa e della Libera Associazione medici italiani del calcio. Responsabili scientifici il fisiatra Giancarlo Rando e il primario di ortopedia Victor Rosso, entrambi dell’ospedale San Lazzaro di Alba.

Dicono gli organizzatori: «L’anca con il bacino rappresentano un complesso network nel quale si creano importanti relazioni che ogni soggetto deve coltivare in maniera ottimale nel tempo, secondo l’attività o lo sport praticati. Occorrono competenze multidisciplinari. E’ stato concepito un congresso mirato all’anca dello sportivo, come emblema di una maggiore complessità e con un programma scientifico articolato».

Prevenzione e diagnosi

Tra gli argomenti, prevenzione, diagnosi, patologie concomitanti della colonna lombare, ginocchio, tessuti molli dell’anca, gestione del dolore, terapie infiltrative, innovazioni chirurgia ortopedica». Spazio alla riabilitazione, nuove tecniche per recupero funzionale, per il ritorno in campo. Con l’impostazione multidisciplinare si vuole favorire il confronto tra specialisti per «giungere a conclusioni di ampio respiro, migliorare le scelte terapeutiche e orientare più correttamente i pazienti».

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