Il piede reumatico

Il piede reumatico

L’Artrite Reumatoide è una patologia sistemica autoimmune che colpisce spesso il piede e la caviglia determinando dolore, invalidità e difficoltà nella deambulazione.

Una precoce cura di questa patologia può limitare e ritardare l’insorgere di deformità podaliche quali:valgismo del 1° dito, rigidità della 1° MT, dita a griffe, dita a martello o ad artiglio, lesione dei tessuti molli, ipercheratosi, metatarsalgie , piede piatto e valgismo del calcagno.

Un recente studio clinico ha dimostrato che le alterazioni cutanee del piede , come le ipercheratosi, influiscono negativamente nella qualità di vita dei pazienti, nonostante vengano ancora erroneamente considerate, anche in medicina, solo un fastidioso e banale problema cutaneo e non un importante fenomeno indicatore di problematiche più complesse riferibili alla postura o a patologie sistemiche.

Nel paziente affetto da malattie reumatiche, la strategia podologica si propone di:
• Ridurre la sintomatologia dolorosa
• Mantenere o ripristinare l’integrità dei tessuti cutanei
• Ripristinare la funzione articolare e muscolare
• Prevenire la deformazione ossea

Il trattamento podologico deve essere integrato alla terapia medica, sintomatica e di fondo, e anche a quella chirurgica.

I MOMENTI PORTANTI DEL TRATTAMENTO PODOLOGICO

1. IL TRATTAMENTO DELLE MANIFESTAZIONI CUTANEE

Quando un paziente si affida alle cure del Podologo per la presenza di ipercheratosi cutanee, il sintomo più comunemente riferito è il dolore e l’area cutanea circostante l’ipercheratosi si presenta dolente e arrossata.

Un problema apparentemente epidermico si accompagna pertanto ad un’ alterazione della sensazione nervosa attraverso il dolore e ad un’ alterazione della funzionalità microcircolatoria, con aumento della permeabilità capillare e cute arrossata.

Quando sul piede si applica uno stimolo meccanico derivante da vizi posturali, da alterazioni morfologiche o da alterata distribuzione dei carichi sulla pianta del piede, lo stimolo non è fisiologico e ne deriva una sovrastimolazione dei cheratinociti epidermici verso le strutture del derma e il mastocita, e viceversa. La cute ne risulterà pertanto alterata.

La frequente associazione di stati iperalgici localizzati ad alterazioni del rinnovamento e della cheratinizzazione cutanea, ipercheratosi e tilomi, indicano chiaramente l’interdipendenza funzionale tra sistema nervoso che innerva la cute e stato di salute cutanea.

Nell’Artrite reumatoide la componente sensitiva cutanea del piede è coinvolta sia nello sviluppo di aree di ipercheratosi in zone del piede sottoposte a maggiore pressione verticale e tangenziale, sia nella progressione di fenomeni infiammatori a carico della cute e delle articolazioni sottostanti(borsiti).

Oltre a rimuovere dermatologicamente gli squilibri ipercheratosici o le onicopatie attraverso il trattamento podologico, sarà necessario controllare lo stimolo di partenza attraverso interventi di ortoplastia che risolvano l’ipersollecitazione negativa del tessuto.

2. LA RIABILITAZIONE

Nei pazienti reumatici il dolore si associa spesso a rigidità, deformità articolare, sublussazioni, retrazioni capsulolegamentose ed ipotrofie muscolari che interessano tutte le articolazioni del piede e in particolare le piccole articolazioni.

Le finalità del trattamento sono:
• L’attenuazione della sintomatologia algica
• La prevenzione e il trattamento delle rigidità e deformità articolari
• Il mantenimento e il ripristino della mobilità articolare
• Il recupero del trofismo e della forza articolare
• La conservazione della funzionalità delle articolazioni coinvolte

Nella FASE ACUTA fondamentale è il riposo articolare che si può attuare attraverso :
• Tutori di scarico articolare
• Chinesi passiva in rilassamento e contrazioni isometriche

La mobilizzazione passiva precoce in rilasciamento contrasta le retrazioni capsulo-legamentose e muscolo-tendinee e permette di mantenere e/o recuperare l’escursione articolare.
La ginnastica isometrica previene l’ipotrofia da non uso
L’educazione posturale, attraverso corrette posizioni a letto del paziente previene l’istaurarsi di deformità.

Nella FASE SUB-ACUTA di remissione diviene predominante:
• La chinesi attiva assistita e/o contro-resistenza
• Le contrazioni concentriche
• Lo stretching muscolare

Utile è la ginnastica propriocettiva da effettuarsi in scarico, in carico parziale o in carico totale utilizzando piattaforme di Freeman.
Anche in questa fase la FISIOTERAPIA può essere utile, per esempio, nella patologia periarticolare con l’uso di Laser e Ultrasuoni, o per ridurre la stasi venosa e/o linfatica, associata al Linfodrenaggio.

3. IL TRATTAMENTO ORTESICO, PLANTARE E DIGITALE

Le articolazioni del piede devono sopportare il peso della deambulazione e la costrizione della scarpa, è quindi fondamentale l’uso di calzature congrue, di ortesi di correzione o di protezione, che prevengono l’insorgenza di nuove deformità e rallentano l’evoluzione di quelle preesistenti.

Nel trattare dunque un piede artritico il podologo cerca di riprodurre con l’ausilio di esercizi rieducatori, plantari, e scarpe, una marcia il più possibile analoga ad una marcia normale.

Nelle fasi iniziali della malattia, saranno dunque necessari tutori o split personalizzati, di peso leggero, ben accettati dal paziente per uso notturno, che contrastino lo spasmo dei peronieri, ed una fisioterapia ben indirizzata.

Quando il danno è ormai istaurato sarà necessario compensare il più possibile l’iperpressione metatarsale e l’attrito sulle dita da parte della tomaia.

La combinazione è dunque verso una scarpa speciale con suola a barchetta che faciliti il rotolamento del passo, una tomaia elastica in una calzata extralarge che riduca i picchi pressori ed un plantare personalizzato, che limiti per quanto è possibile l’iperpronazione.

ORTESI

L’Ortesi podologica :
1. Deve mantenere la posizione neutra a carico delle ossa del piede
2. Correggere la posizione anomala del retropiede e/o dell’avampiede attraverso il mantenimento della posizione neutra
3. Distribuzione uniforme del carico del peso corporeo sulle normali strutture podaliche
4. Riduzione delle forze compressive e tangenziali cutanei

Le ortesi plantari devono essere accompagnate da calzature adatte che devono conciliare due situazioni apparentemente contrastanti: da una parte adattarsi al meglio alla deformità, riducendo al minimo le forze deformanti e dall’altra riuscire a stabilizzare le articolazioni troppo mobili.

4. L’EDUCAZIONE DEL PAZIENTE

L’economia articolare è fondamentale nell’autogestione di questi pazienti.
L’educazione gestuale e l’uso di ausili sono importanti in tutte le fasi della malattia visto che già le sollecitazioni fisiologiche possono produrre danni articolari irreversibili.

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